sabato 30 gennaio 2010

Attenzione agli "alcolpops" agli “shots” e ai “pocket shots”

Gli “alcolpops” sono bevande dolci e gassate, ai gusti di frutta o cioccolato.

Vengono vendute in bottigliette dai colori brillanti, costano poco e sono particolarmente gradevoli bevute ghiacciate.

In realtà contengono rum, gin o vodka e pertanto facilitano un’assunzione di alcol in quantità eccessive, spesso con conseguenze tragiche.

Lo shot è un tipo di bicchiere piccolo e tozzo utilizzato per bere distillati in un "solo colpo" (one shot ).

I pocket shots sono colorate bustine di plastica che contengono una monoporzione di superalcolici mescolati a succhi di frutta.

Attenzione, la quantità, apparentemente minima può indurre facilmente in errore.

venerdì 29 gennaio 2010

Al "Mosaico Piacentino" si è aggiunta una nuova tessera

Stiamo parlando dell'azienda vitivinicola Montesissa.

Si tratta, come nel caso di tutti gli altri componenti dell’associazione, di un’azienda vitivinicola a conduzione familiare che segue una filosofia produttiva legata al territorio e che ha conquistato nel tempo una bella immagine aziendale.

Nell’azienda Montesissa si è ormai giunti alla quinta generazione di vitivinicoltori, fermi sostenitori della territorialità, che hanno fatto del Gutturnio, della Malvasia, e delle altre uve autoctone, uno dei riferimenti della tipicità piacentina.

Allo stato attuale Mosaico Piacentino copre tutto il territorio della provincia di Piacenza, zona di produzione della doc Colli Piacentini: partendo da ovest, la Val Tidone è rappresentata da Torre Fornello e dall’Azienda Lusenti, in Val Trebbia troviamo Il Poggiarello e La Stoppa, la Val Nure propone La Tosa e Baraccone e la Val D’Arda presenta l’Azienda Montesissa.


Per maggiori informazioni visitate il sito www.mosaicopiacentino.it

martedì 26 gennaio 2010

Il museo del vino a Villa de Varda.

Nel cuore del Trentino, felice provincia viticola incastonata tra le vette alpine delle Dolomiti, è la Piana Rotaliana, ad essere teatro naturale di prestigiosi vigneti, tanto da essere definita da Cesare Battisti “il più bel giardino vitato d’Europa”, proprio per il vino Teroldego Rotaliano - Vino autoctono Principe del Trentino.

A Mezzolombardo, La famiglia Dolzan, che per secoli ha coltivato in proprio i vigneti, ha riordinato una quantità considerevole di attrezzi antichi agricoli, inerenti in particolare alla vitivinicoltura.
Il Cav. Luigi ne ha fatto una selezione pregevolissima sotto gli aspetti etnografico e culturale, con numerosi “pezzi” che sono autentiche rarità.

Ne è nato un museo di assoluto livello nazionale, che nel salone più bello ed importante dell’Azienda, raccoglie 1.600 oggetti catalogati, strumenti antichi ed utensili agricoli, di cantina e di distilleria. Significativamente il museo è chiamato “Cose di Casa” in quanto la famiglia Dolzan è impegnata nel settore enologico, del vino e della grappa da ben cinque generazioni.
È una rassegna gelosamente custodita, che documenta quanto amore e rispetto della tradizione siano nelle scelte dell’Azienda.

I Signori Dolzan sono lieti di ricevere in questo ambiente i turisti e gli amanti delle cose belle d’un tempo che vogliono far visita alla sede aziendale e vedere queste mute testimonianze di secoli di vita agricola nel Trentino.

Tra i rari pezzi esposti, si notano subito un distillatore dei primi anni del 1500, una macina in pietra molto antica, ed un torchio in legno del ‘700, che facevano parte dell’antica struttura, “i Màseri”, sulla quale ora sorgono la cantina Campo Maseri e la distilleria Villa de Varda.

Villa de Varda
Via Rotaliana, 27/a
Mezzolombardo – TN
Tel 0461 601486
http://www.villadevarda.com/ita/museo.asp

domenica 24 gennaio 2010

Il vino, dalle origini ai giorni nostri.

Che spremendo l’uva si ottenesse una bevanda piacevole è una scoperta di qualche millennio di anni, ma è difficile definirne sia pur approssimativamente una data. Da alcuni scavi archeologici compiuti in Libano, Turchia e Siria, tracce di residui di acini dell’uva potrebbero essere datate già 8000 anni prima di Cristo. È comunque certo che una vinificazione primordiale già si praticava fin dai tempi preomerici. Le più recenti ricerche condotte nell’arcipelago greco farebbero risalire al III secolo a.C. l’inizio di una rudimentale preparazione del vino. Lo stesso può dirsi per l’Antico Egitto, come testimoniano i numerosi monumenti egizi con raffigurate scene di vinificazione.

Al lento evolversi della futura enologia hanno largamente contribuito i latini. Nel “Naturalis historia”, Plinio il Vecchio, parlando dei vini dell’impero romano, ne ritiene un centinaio di buona qualità e ottanta di pregio. Dal 500, con la diffusione della stampa, le opere riguardanti la coltura della vite ed il vino si moltiplicarono. È merito di un italiano, Adamo Fabbroni, nel 1787, d’aver enunciato una “teoria fisica della fermentazione vinosa” che apriva la strada alle conquiste del secolo XIX nel campo delle fermentazioni. Ma spetta al grande scienziato Pasteur l’aver gettato le basi dell’enologia moderna.

Accanto alle grandi industrie private si affiancano oggi quelle di carattere cooperativo, che consentono anche ai piccoli produttori di avvantaggiarsi della lavorazione di tipo industriale. Quello che è certo è che nel tempo il vino è stato completamente riconsiderato, e poco alla volta, ad una scelta quantitativa si è sostituita una progressiva ricerca della qualità, che porta sempre più ad una ricerca accurata della bottiglia, non più per giungere alle sensazioni dovute all’alcol, ma al più raffinato piacere del “degustare a tutto tondo”, osservando il colore, assaporando gli aromi, le sensazioni gustative che solo il Vino di buona o alta vinificazione sanno esaltare.

Oggi, In Italia, nonostante si sia puntato sulla qualità, si produce più vino di quanto effettivamente se ne consuma, di conseguenza i produttori stanno puntando molto sul mercato estero, anche al cospetto di un notevole aumento della concorrenza (caratterizzata principalmente dai paesi emergenti dell’emisfero sud), la cui quota degli scambi globali è salita al 30%.

Il mondo del vino italiano si trova oggi ad un bivio, dobbiamo adeguarci al mercato globale fatto di vini mediocri e di modesta qualità enologica o preferiamo impegnarci a rimanere sul tradizionale, curando sempre più i nostri vini, creando belle etichette, belle immagini e sempre più alte qualità, valorizzando le nostre origini, gli autoctoni e la nostra storia.

Per bere bene è per la seconda via, che non significa essere contro le barrique o contro le riserve, ma significa utilizzare nel giusto modo le tecnologie al fine di migliorare ed affinare un prodotto, renderlo più morbido, aggiungere le caratteristiche tipiche dei legni e non per coprire il vino e la nostra cultura.

Tratto da facewines.com

Per approfondire le vostre conoscenze sulla storia del "nettare di bacco" vi consigliamo una visita guidata al museo del vino di Villa de Varda in Trentino Alto Adige.

martedì 19 gennaio 2010

Alcol e calorie

Le bevande alcoliche apportano calorie all'organismo a seconda del loro contenuto di alcol.
La concentrazione di alcol è dichiarata dal produttore in gradi per 100 ml, ogni grado corrisponde a 0,79 grammi di alcol e quindi a 5,5 calorie (ogni grammo di alcol corrisponde a 7 calorie) perciò un litro di birra ha un valore calorico di circa 340 calorie, un litro di vino rosso circa 750.
Quantità giornaliere di alcol superiori a 30 grammi possono, nel tempo, indurre l'insorgenza di epatiti e/o cirrosi alcoliche, a volte complicate dal tumore.
Da ciò si deduce che, per bere bene, è necessario bere con moderazione e consapevolezza.
Di seguito riportiamo i valori calorici di alcune bevande espressi in Kcal/100 ml
birra chiara 34
brandy 224
grappa 235
vino bianco 71
vino rosso 75
whisky 238
marsala 204
aranciata 38
aranciata light 16
coca cola 39
coca cola light 13

lunedì 18 gennaio 2010

Gerard Depardieu ha detto:

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E' l'umanità della gente di campagna che fa la ricchezza del paesaggio italiano, è una cosa di cui sono profondamente convinto perchè in Italia ho sempre incontrato tanti contadini e piccoli produttori con un grande cuore, che amano il proprio lavoro e sanno trasmettere alla terra un senso di protezione e di cura sbalorditivo.

domenica 17 gennaio 2010

Toscana. Anima del vino (L'obbedienza alla terra)

E' uscito "Toscana. Anima del vino (L'obbedienza alla terra)", l'ottavo volume della collana “Le grandi aziende vitivinicole d'Italia” di Andrea Zanfi edita della Carlo Cambi Editore.

I 7 volumi precedenti - “I Supertuscans” (1° e 2° edizione), “Viaggio tra i grandi vini di Sicilia”, “Friuli. Terre, uomini, vino”, “Piemonte... la signora del vino”, “Le Marche... l’orto del vino”, “Il Veneto, noialtri e il vino” e "Lombardia. Il mosaico del vino" - nell’arco dell’ultimo quinquennio hanno ottenuto plausi e consensi di pubblico e di critica anche a livello internazionale con ripetute vittorie e riconoscimenti a prestigiosi concorsi quali “Libri da Gustare” (Torino) e “Gourmand World Cookbooks Awards” (Barcellona, Stoccolma, Kuala Lumpur, Pechino, Londra, Parigi).

L’autore da diversi anni sta effettuando un lavoro attento e capillare, ricercando non solo la migliore produzione enologica della nostra penisola, ma soprattutto gli aspetti culturali che regolano i complessi comparti vitivinicoli delle regioni italiane, andando a sondare non solo il presente e il possibile futuro del settore, ma anche le scelte e le iniziative di tutti quei vignaioli che hanno saputo porsi all’attenzione del mercato nazionale e internazionale.

“Toscana. Anima del vino (L'obbedienza alla terra)” svela le aziende vitivinicole di una delle regioni più conosciute al mondo per la produzione di vino. Ma proprio per questo e per le moltissime realtà degne di essere visitate per la loro importanza storica e produttiva, una regione che ha richiesto un lavoro minuzioso di selezione di quei vignaioli che poi nel libro sono stati raccontati attraverso pennellate narrative capaci di cogliere gli aspetti più veri e sinceri che li caratterizzano; insomma, non soltanto la mera visione di un’azienda e dei suoi prodotti, ma il racconto di un viaggio alla scoperta di chi vi sia “dietro” al vino e alla sua realizzazione, nell’interesse di andare a ricercare quanto, secondo Zanfi, “ancora fosse sopravvissuto di quello spirito toscano che così tanto aveva contribuito a costruire questo paesaggio e quanto quel senso del bello, che ad esso si accompagna, capace di ispirare le menti eccelse di artisti e poeti, fosse ancora dentro quei vignaioli”.

Novantuno sono state le aziende inserite nel libro da Zanfi, che si è messo in movimento per mesi con l’intento di arrivare all’anima del mondo del vino toscano. “Un girovagare attento e scrupoloso, durante il quale ha incontrato contadini, vignaioli e imprenditori. Tutte ‘terre da vino’, come ama definirle, rispetto alle quali ha riscontrato, il più delle volte, l’aspirazione, da parte dei suoi interlocutori, di mantenere viva proprio quell’armonia tra uomo e terra che andava cercando.

Un viaggio fatto di degustazioni, incontri e lunghe chiacchierate con i tanti contadini, imprenditori e ‘vignerons’, che stavolta Zanfi ha percorso insieme a 2 fotografi, i quali si sono divisi l’arduo compito di illustrare degnamente il volume: il toscano Luigi Biagini, già autore nel 2009 per Carlo Cambi Editore dell’apprezzatissimo “Viaggio tra i luoghi danteschi in Toscana” e il siciliano Giò Martorana, già compagno di viaggio di Zanfi nelle precedenti avventure in giro per l’Italia, la cui qualità delle immagini è ormai conosciuta e apprezzata dal pubblico e dagli esperti del settore.

Dopo anni di riflessioni, accumulate percorrendo in lungo e in largo l’Italia - dalla Sicilia al Friuli, dal Piemonte alle Marche, dal Veneto alla Lombardia - e visitando direttamente circa un migliaio di aziende, l’autore continua dunque nel suo viaggio indagatore nel comparto vitivinicolo italiano attraverso la terre poliedriche della Toscana (per la seconda volta dopo il volume sui “Supertuscans”): dalla zona di Rufina a quella del Chianti Classico, dalla Lunigiana alle colline lucchesi e a quelle pisane e poi giù, verso il mare, a Bolgheri, per risalire, verso l’interno, a Cortona, Montepulciano e Montalcino e ridiscendere, attraverso la Val d’Orcia, verso la costa maremmana.

"Toscana. Anima del vino (L'obbedienza alla terra)" è un corposo volume di 480 pagine (30x30 cm. - 3,2 kg.) che si presta a due distinte letture: una con cui è possibile scoprire l’anima del territorio vitivinicolo toscano, descritto e interpretato dall’autore con metodologia inusuale e originale e con tocchi personali di grande vivacità e verità, l’altra, più “tecnica” dove l’appassionato potrà attingere informazioni complete sulla produzione, le fasi di vinificazione, le migliori annate dei vini selezionati e molto altro...

Un libro da leggere, da consultare, da tenere in biblioteca, ma anche semplicemente da sfogliare e da gustare con gli occhi; un nuovo ed importante tassello che consente a tutti i lettori, siano essi semplici appassionati o professionisti del mondo del vino, di avere una fotografia dettagliata del movimento enologico toscano e dei suoi protagonisti.

La “galleria” dei ritratti di vignaioli toscani è formata da:
Agricola San Felice, Altesino, Amerighi, Antinori - Tenuta Guado al Tasso, Avignonesi, Badia a Coltibuono, Banfi, Barone Ricasoli - Castello di Brolio, Biondi Santi, Boscarelli, Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, Casanova di Neri, Castell'in Villa, Castello di Ama, Castello di Bolgheri, Castello di Cacchiano, Castello di Fonterutoli, Castello di Gabbiano, Castello di Monsanto, Castello di Querceto, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Col d’Orcia, Collemassari, Colognole, Contucci, Costanti Andrea, Dei, Dionisio Fabrizio, Eredi Fuligni, Fattoria Colleverde, Fattoria del Cerro, Fattoria di Magliano, Fattoria Lavacchio, Fattoria Le Pupille, Fattoria Nittardi, Fattoria Poggio di Sotto, Fattoria San Felo, Fattoria Selvapiana, Fattoria Sorbaiano, Fèlsina, Fontodi, Frescobaldi - Castello di Nipozzano, Grattamacco, Gualdo del Re, Guicciardini Strozzi - Fattoria di Cusona, Icario, Il Marroneto, Isole e Olena, La Cipriana, Lamole di Lamole, Le Casalte, Le Macchiole, Massa Vecchia, Mastrojanni, Molino di Sant’Antimo, MorisFarms, Ormanni, Pacenti Siro, Panizzi, Petra, Piaggia, Pieve de’ Pitti, Pieve di Santa Restituta, Podere Forte, Podere Le Bèrne, Podere Le Boncie, Poggio Argentiera, Poliziano, Querciabella, Rocca di Montegrossi, Roccapesta, Salustri, Salvioni - La Cerbaiola, San Giusto a Rentennano, Satta Michele, Tenimenti d’Alessandro, Tenuta Argentiera, Tenuta del Buonamico, Tenuta dell’Ornellaia, Tenuta delle Ripalte, Tenuta di Capezzana, Tenuta di Lilliano, Tenuta di Valgiano, Tenuta Fanti, Tenuta San Guido, Tenuta Valdipiatta, Tenuta Vitereta, Tenute Folonari, Tenute Silvio Nardi, Terenzuola, Uccelliera.

Buona visione e buona lettura.

sabato 16 gennaio 2010

Mangio pizza e bevo vino

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La pizza, simbolo della gastronomia italiana nel mondo, è nata a Napoli nel 1830.

In genere è la birra ad accompagnare questo piatto tipico italiano anche perchè qualunque sia la birra è quasi impossibile sbagliare abbinamento.

L'abbinamento pizza-vino può dare grosse soddisfazioni, a patto che venga fatto con il giusto criterio.

La sensazione principale, legata all'impasto di base, è la tendenza dolce, pertanto l'abbinamento iniziale è con un vino bianco leggero, secco e frizzante.

Gli altri ingredienti possono rendere la pizza sapida, aromatica, grassa o speziata, naturalmente il vino sarà scelto in funzione di tali ingredienti, se per esempio la nostra pizza è ricca di sapori forti come la salsiccia, lo speck ed il salame il vino non sarà più bianco ma preferiremo un rosso fresco e vivace.
Buon appetito !! ....e ricordate che la pizza si può abbinare ad un calice di buon vino italiano.

martedì 12 gennaio 2010

Il vino rosso scatena la libido !!

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Le donne che mediamente bevono da uno a un bicchiere e mezzo di vino rosso al giorno raggiungono il migliore indice di funzionalità sessuale, questo è il responso di un'indagine condotta in un ospedale fiorentino su un migliaio di donne dai 18 ai 50 anni.
I polifenoli contenuti nel vino rosso, che esercitano un'azione simile agli estrogeni, sono la causa scatenante la libido e quindi del "Buon Sesso".
Attenzione !!! abbiamo detto da uno ad un bicchiere e mezzo di vino rosso, non esagerate.

sabato 9 gennaio 2010

Prima mostra mercato nazionale del distillato

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Si terrà a Perugia dal 29 al 31 gennaio p.v. la manifestazione "Acquavite Italia".

Acquavite Italia nasce a Perugia nel 2008 da un'idea di Ennio Baccianella, Alessandra Casagrande e Stefano Frizza che tuttora ne curano l'organizzazione.

E' la prima mostra mercato nazionale del distillato, unica nel suo genere in Italia ed Europa, dedicata alla cultura, promozione e vendita di acquaviti italiane ed estere.

Si svolge a Perugia, all'interno della storica Rocca Paolina, nel centro della città, l'ultimo fine settimana del mese di gennaio, e all'evento sono stati offerti importanti patrocini tra cui quello del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, della Federazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquavite, dell'Istituto Nazionale Grappa, della Regione Umbria e del Comune di Perugia.

L'Organizzazione é curata dall'Associazione ANAG dell'Umbria, a cui è affidata l'intera gestione della manifestazione, in collaborazione con la società Bonazzi Gest. e Rappr. di Perugia che ne cura l'aspetto finanziario e commerciale.

La Grappa é la regina della manifestazione, ma sono presenti anche le acquaviti di frutta, d'uva, brandy e tutti quei distillati, nazionali ed internazionali, che appartengono al vivere quotidiano. Un occhio di riguardo é volto, come sempre, al consumo consapevole di super alcolici. Infatti, non é consentito degustare, acquistare e partecipare a nessuna delle attività previste durante la manifestazione, ai giovani che non abbiano raggiunto la maggiore età.

Acquavite Italia é la vetrina Nazionale che riunisce l'eccellenza dei distillati, dove la qualità e la varietà delle acquaviti, è offerta nel suo splendore agli addetti al settore eno-gastronomico ed agli appassionati che, visitandola, troveranno delle vere rarità.

Maggiori informazioni le potrà trovare sul sito www.acquaviteitalia.it , mentre può visionare il primo spot di una manifestazione interamente dedicata ai distillati sul seguente link:

http://www.youtube.com/watch?v=rjQ3ylP6skM

Il video ci accompagna, in meno di un minuto, nella città di Perugia e nella Rocca Paolina, che saranno la sede della prossima edizione di Acquavite Italia.

Lo spirito del distillato viene portato attraverso le stanze antiche della Rocca che, al suo passaggio, le anima come per magia, quasi a simboleggiare come “l’acqua di vita” possa far rivivere le sale che furono abitate da Papa Paolo III Farnese.


Secretarial Manager
Via A. Manzoni, 217 - 06135 Perugia
info@acquaviteitalia.it - www.acquaviteitalia.it
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venerdì 8 gennaio 2010

La "doppio malto".

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Si ragazzi avete capito bene, stiamo parlando di birra.

Vogliamo farlo semplicemente per chiarire il significato del "doppio malto".

Questo termine lo abbiamo sentito molte volte e spesso abbiamo ordinato anche noi una birra "doppio malto", magari non sapendone neanche il significato o pensando ud una birra con una dose maggiore di malto !!!!

Il termine "doppio malto" sta ad indicare semplicemente il grado alcolico che in questo caso è 6-7%.

La Pilsner e le Lager hanno 4-5% di alcol e si degustano ad una temperatura di 7-9 °C, le Trappiste 7-10%, in questo caso la temperatura di degustazione ideale è compresa tra 12 e 16 °C.
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giovedì 7 gennaio 2010

Il vino più invecchia più è buono !!!

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Spesso si sente dire "il vino più invecchia più è buono" oppure "il vino fino a dieci anni migliora poi inizia il declino", in realtà le cose non stanno così.
Il vino, come ogni essere vivente, nasce e muore. La sua età la si può racchiudere in tre livelli di evoluzione:
al primo livello è immatuto, nuovo, novello, fresco;
al secondo livello è pronto, maturo, con un futuro davanti;
al terzo livello si presenta spento, stanco, vecchio, decrepito, maderizzato.
Nella nostra strada incontreremo vini di ognuno di questi livelli, ma potremo incontrare vini giovani che non saranno in grado di suscitarci alcuna emozione perchè già al terzo livello, come potremo incontrare vini evoluti, fini, complessi, che vorremo degustare anche negli anni successivi.
Concludendo: l'eta del vino è relativa e dipende da tanti fattori - il vitigno - la vinificazione - la tipologia di uva - il terroir - le condizioni climatiche - le diverse lavorazioni - e forse anche da un po di fortuna !!!

mercoledì 6 gennaio 2010

Vitigni rossi italiani



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Sangiovese – il vitigno più famoso dell'Italia, l'orgoglio della Toscana. Nei suoi vini spiccano i sentori di terra, stallatico, cedro e ciliegia. Con il Sangiovese si produce Chianti Classico, il Rosso di Montalcino, il Brunello di Montalcino, il Rosso di Montepulciano, il Montefalco rosso e molti altri.

Nebbiolo - il più nobile delle varietà italiane. Il nome (che vuol dire "piccola nebbia”) si riferisce alla nebbia di autunno che copre come una coperta la maggior parte di Piemonte, dove è coltivato, Una condizione ideale per l’uva nebbiolo.

È una varietà di difficile coltivazione, ma dal quale nascono i famosissimi Barolo e Barbaresco, vini sempre premiati nelle grandi guide del vino.

Montepulciano – vitigno da non confondere con la città toscana di Montepulciano; è coltivato prevalentemente in Abruzzo. I suoi vini sviluppano leggera acidità e tannini rotondi.

Barbera – vitigno maggiormente coltivato in Piemonte e in Lombardia meridionale, più famosi i vini di Asti, Alba e Pavia. I vini di Barbera erano una volta quelli che si bevevano giovani nell’attesa che il barolo maturasse.

Con le nuove generazioni di produttori di vino non è più così, Il Barbera è riuscito ad imporsi nel mercato italiano ed internazionale. Il vino ha un colore molto scuro, abbastanza acido e fruttato, spesso spiccano i sentori di ciliegia.


Corvina - insieme alle varietà rondinella, corvinone e molinara, è alla base dei famosi vini veneti: Valpolicella ed Amarone. Il vino Valpolicella ha sentori di ciliegia e spezie. Dopo l’appassimento, l'Amarone che si produce risulta essere molto elegante, scuro e fruttato. L’'amarone può invecchiare anche più di 40 anni.

Nero d'Avola - quasi non presente nel mercato internazionale fino agli ultimi anni, questa varietà nata in Sicilia e Calabria (il Nero d’Avola è detto anche “Calabrese”) sta guadagnando attenzione per i suoi vini robusti e dal tipico colore nero inchiostro, è stato soprannominato perciò "il Barolo del Sud."

Dolcetto – varietà di 'uva che cresce come barbera e nebbiolo in Piemonte, il suo nome vuole dire "poco il dolce"", non riferendosi al gusto del vino. Vino da bere ogni giorno. Al sapore si possono distinguere le more selvatiche e le erbe che pervadono il vino.

Negroamaro - Il nome letteralmente vuole dire "nero ed amaro." Un vitigno esclusivo della regione della Puglia, è la spina dorsale del Salice Salentino, vino scuro pervaso da frutti rossi.

Aglianico - considerata la varietà nobile del sud", è coltivato prevalentemente in Campania e Basilicata. I vini sono rustici e potenti.

Sagrantino - nativo dell’Umbria, è piantato su pochi ettari di terreno, ma i vini sono famosi in tutto il mondo. Vino molto tannico che può invecchiare per molti anni.

Malvasia Nera – Varietà rossa del Piemonte. Un vino alcune volte prodotto nella tipologia passito e dolce.

Tante sono le altre varietà rosse di vitigno coltivate in Italia, tra le quali possiamo menzionare i vari: Gaglioppo, Lagrein, Lambrusco, Monica, Nerello Mascalese, Pignolo, Primitivo, Refosco, Schiava, Schiopettino, Teroldego, Uva di Troia. Fra le varietà internazionali si coltiva estesamente Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Cabernet Franc.

domenica 3 gennaio 2010

Super Tuscan

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Il termine "Super Tuscan" indica alcuni vini rossi toscani che non aderiscono ai disciplinari tradizionali e che quindi possono essere prodotti con diversi tipi di uve.

Quasi tutti subiscono un invecchiamento in barriques per circa dodici quattordici mesi e possono essere messi in commercio quando un produttore lo desidera.

Mentre per il Chianti Classico si utilizza il vitigno Sangiovese, per i Super Tuscan si usano altri vitigni, specialmente cabernet sauvignon.

Nel 1970 Piero Antinori, la cui famiglia produceva da più di 600 anni vino, decise di fare un vino più ricco eliminando l’uva bianca dal Chianti, ed aggiungendo invece varietà di Bordeaux, vale a dire cabernet sauvignon e merlot.

Nacquero così, da allora, i grandi Sassicaia e Tignanello, ornellaia e Solaia, che inizialmente furono classificati “Vino da Tavola”, in quanto non rispettavano i rigidi disciplinari di produzione.

La creazione della categoria di vini I.G.T. Indicazione Geografica Tipica non ha dato il giusto riconoscimento a questi grandi vini italiani, tant’è vero che per il Sassicaia è stata creata una d.o.c. apposta per lui.

I Super Tuscan hanno assunto il ruolo di “guida” per il rinnovamento dell'enologia Toscana, e grazie alla loro creazione è ripartita la ricerca verso una produzione vinicola di qualità che era stata bloccata dai disciplinari di produzione.

Come uscire da questa paradossale situazione in cui alcuni vini ad I.G.T. risultano essere nettamente superiori ad altri vini D.O.C. ?

Secondo voi sarebbe giusto riassorbire questi grandi vini nell'ambito di Denominazioni di Origine Controllata?

sabato 2 gennaio 2010

Torniamo al vecchio tutore in legno di castagno !!!

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I motivi potrebbero essere tanti, uno per ogni caratteristica del legno di castagno, iniziando dall'ottima tenuta nel terreno, dall’elasticità e dalla resistenza agli urti, l'attitudine alla potatura meccanizzata e quindi alla vendemmia.

Relativamente alla vendemmia meccanica le scaglie di chiusura del fondo delle macchine ed i battitori non vengono danneggiati dal contatto con i pali di castagno al contrario di quanto avviene con i manufatti di ferro e di cemento.

Per quanto concerne la potatura meccanica, i pali si mantengono stabili nel terreno e non si spostano sotto la spinta delle molle che guidano il ritorno delle barre al contatto con i pali.

Fino ad una ventina di anni fa, non a caso è stato il più importante tutore per la vite.

C’è da aggiungere che i pali di castagno conferiscono al vigneto un'estetica tradizionale, in armonia con la tutela paesaggistica ed ambientale.

Con i tempi che corrono.. vi sembra poco !!!