venerdì 6 novembre 2009

I vini del Pradarolo

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Osservare un luogo significa mettersi in gioco con la più grande umiltà di cui si è capaci: raccogliere informazioni dal passato, guardare, annusare la terra e i suoi profumi, studiare le correnti d’aria, vivere con le piante e solo dopo tutto questo cominciare a sperimentare, spesso anche ad azzardare.
Ma sempre con infinito rispetto, sia per il vino che per la terra che lo fa nascere. È questo il lavoro di Alberto Carretti.

Spiegare i vini del Pradarolo significa chiarire un’idea che invita a osservare, capire, riflettere. Significa parlare della vita stessa del suo proprietario Alberto Carretti.

L’azienda agricola di Serravalle, sulle prime colline di Parma nel comune di Varano Melegari, fu acquistata quasi per scommessa dalla famiglia Carretti nel 1972 e venne convertita alla produzione di vini solo nel 1989 per recuperare una vocazione ormai persa ma ampiamente documentata nel passato. È proprio in questo comune della Val Ceno, infatti, che si ritrovano memorie storiche legate a un vino di alta qualità che risalgono al Seicento.

Alberto Carretti le riscopre e - con quella passione ancestrale che lo accompagna in tutte le sue “avventure” - dalla produzione di rinomati formaggi, alla stagionatura di salumi sino, appunto, alla passione per la vite - procede al recupero di vecchi vitigni ormai abbandonati: Malvasia, Croatina, Barbera e Termarina. Quindi osserva e aspetta, fermo nel suo proposito di produrre unicamente uve biologiche attraverso l’uso di soli rame e zolfo.

È convinto che le vinicazioni non possano che essere quelle antiche, ottenute con il recupero di lunghe macerazioni di uve sane, mature, senza residui chimici “moderni” e con il minimo di residui dei trattamenti tradizionali; interviene aggiungendo inizialmente solo bassissime e quindi nulle dosi di solforosa sia per i bianchi che per i rossi e predilige unicamente lieviti autoctoni che assicurino vini salubri, longevi, naturali, dal sapore antico, originale, fortemente connaturato al territorio.

La prima produzione è del 2004 con i due vini “VEI Bianco Antico” e “VELIUS Rosso Asciutto”; vini digeribili e gustosi, ricchi di quella forza e di quelle sfumature che tanto parlano della terra su cui nascono.

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